Punture di insetti
Con il caldo e la bella stagione andiamo incontro a insetti come api, vespe e zanzare. Le api possiedono un pungiglione; a riposo sta in una tasca addominale e viene estroflesso solo al momento dell’impiego. Al momento della puntura il pungiglione resta conficcato e per questo motivo l’ape è destinata, di lì a poco, a morire. Nel pungiglione è presente il veleno e un soggetto allergico può avere seri problemi, come lo shock anafilattico; di conseguenza bisogna subito provvedere innanzitutto a estrarre il pungiglione, possibilmente con le unghie. È preferibile non utilizzare una pinzetta perché si rischia di spremere altro veleno nella ferita.
Una volta completata l’estrazione, si consiglia di passare sulla parte interessata uno spicchio di aglio tagliato a metà per alleviare il dolore.
Se l’insetto interessato è la vespa, a differenza dell’ape non lascia il pungiglione conficcato nella pelle, ma solo la parte interessata gonfia e piena di liquido. In questo caso basta applicare sulla zona prima di tutto una soluzione con acqua e bicarbonato; successivamente si può sbriciolare un’aspirina sulla puntura dopo averla bagnata oppure del ghiaccio per evitare che il veleno si diffonda.
In caso di puntura di zanzara, per farla sgonfiare si può strofinare sulla puntura stessa mezza cipolla o una fettina di limone… come d’incanto il prurito sarà alleviato! In caso di emergenza e in mancanza d’altro, può essere utile ad alleviare il prurito anche un po’ di saliva sulla ferita o del dentifricio, possibilmente al mentolo, e lasciarlo agire per 20 minuti.
Importante sarebbe anche l’applicazione di miele sulla parte interessata, mescolato con un cucchiaino di bicarbonato di sodio: è un ottimo antibatterico.